Vi presento un nuovo brand creato da INVENTIVA: una storia che va oltre l’agenzia e inizia tra i banchi di un corso in cui racconto ad aspiranti imprenditori come il marketing sia imprescindibile per fare impresa e insegno che è necessario capire come comunicare correttamente se stessi, la propria azienda e il proprio brand, creando il giusto approccio al mercato.
Tra le tante persone incontrate nei corsi, non sempre vedevo il sacro fuoco dell’intraprendenza. Al contrario di Giuseppe Locci da Perdasdefogu.
Un giovanotto dall’aspetto severo, dotato di competenza tecnica, esuberanza e voglia di fare che mi ha folgorato. Una persona con una curiosità insaziabile.
Sforare il tempo imposto dall’ente era diventato consuetudine. Dopo i primi incontri, il modulo formativo è saltato. La traccia di lavoro era diventata un promemoria, un filo rosso che univa dialettica platonica, brainstorming e maieutica socratica. Una fatica talmente appagante che non mi bastava mai.
Nel corso dei mesi ho ragionato insieme a lui, studiato casi aziendali e elaborato un piano per dare la giusta direzione alle sue aspirazioni e idee.
È stato un percorso illuminante che, come tutte le cose, si è concluso con l’esaurimento delle ore a disposizione, reciproche attestazioni di stima, un saluto affettuoso e un cordiale in bocca al lupo.
Il lavoro con il ragazzo “ardente” è stato veramente soddisfacente.
Perché ardente? Perché gli abitanti di Perdasdefogu si chiamano “foghesus”, che amo tradurre con “ardenti” nel senso di indomiti, visto che sono ancora lì nonostante le forche caudine di un processo diffamatorio che ha coinvolto tutta la zona, etichettandola come radioattiva al pari di Chernobyl e altamente pericolosa. Tanto pericolosa da annoverare tra i suoi cittadini alcune tra le persone più anziane del pianeta.
Dicevo che era stato un lavoro soddisfacente perché ero certo che mesi di parole, grafici, esempi ed esercitazioni avrebbero attecchito e sarebbero fioriti in un progetto con due gambe robuste su cui camminare.
Non molto tempo dopo, infatti, ricevo una telefonata. È Giuseppe che annuncia che è arrivato il momento di trasformare il latte delle sue caprette e che ha intrapreso le pratiche per la creazione di una startup innovativa nel settore caseario. Vuole l’agenzia INVENTIVA come partner per il marketing e la comunicazione d’azienda.
Giuseppe è conscio di entrare in un mercato tradizionalista con idee innovative e rivoluzionarie per produrre formaggi di solo latte caprino. La sua produzione sarà rigidamente sostenibile in termini di stagionalità e rispetto del benessere animale, senza compromessi verso l’industrializzazione del prodotto.
Riunito il gruppo di lavoro, inizio a lavorare con un approccio qualitativo. Attraverso interviste biografiche e in profondità ai due novelli casari, Giuseppe e Stefania (socia e compagna di vita), raccolgo una notevole quantità di dati che mi restituiscono un’immagine precisa della personalità e dell’immagine corporate che la nascente azienda dovrebbe avere.
Lavoro sui principi su cui si poggia l’azienda: dalla cura della materia prima alle innovative tecniche di lavorazione, all’etica nell’allevamento e all’innovazione. Il processo di naming e di creazione visuale camminano parallelamente e si incontrano grazie all’intuizione di affiancare un nome tratto dalla classicità latina ad un logotipo moderno, minimale e di carattere.
La scelta genera il brand HIRCUS, che rende ineluttabile il concetto di tradizione innovata.
Serve un pay off che crei una chiusa perfetta tra i due concetti esplicitando l’identità del marchio. “Dove osano le capre” è la scelta azzeccatissima del cliente tra le nostre proposte.
Ho trovato la quadra: un marchio semplice ma evocativo della mission aziendale, della forza e del coraggio di chi ha lasciato tutto per disegnare il suo destino da imprenditore.
Mi sono poi dedicato allo sviluppo del marketing digitale, di cui vi racconterò un’altra volta.
Ieri, 17 febbraio, Giuseppe e Stefania hanno tagliato il nastro inaugurale del caseificio. La cerimonia è stata officiata dalla più anziana cittadina del paese, una donna di 103 anni che ha portato con grinta e bellezza il suo carico di anni. La sua presenza ha simboleggiato il legame del caseificio con la tradizione.
Il primo step si è concluso. Ora il Caseificio, Davide, dovrà affrontare il mercato, un vero e proprio Golia. Sarò al suo fianco con tutta la mia potenza di fuoco.
Qualcuno mi domanda perché amo il mio lavoro. La risposta è racchiusa in queste storie: storie di passione, di coraggio e di sacrifici che mi ispirano e mi motivano a fare sempre del mio meglio.